5. Ci può raccontare di quando Helmut Newton ed Andy Warhol l’hanno ritratta?
Quando chiesi a Lucio Amelio, gallerista napoletano, di farmi ritrarre da Andy Warhol, la risposta di Warhol fu: “Who is this Ernesto Esposito?” (Chi è Ernesto Esposito?”), perché giustamente voleva sapere chi fossi, e quando seppe che ero un designer di calzature mi disse subito: “Si, ti aspetto alla factory!”, anche perché proprio lui aveva incominciato la sua carriera come “shoes designer”. Questo è un esempio di quegli insiemi di cose che creano le situazioni.
Con Helmut Newton fu diverso. Lavoravo per Mario Valentino, che era una delle case di moda importanti degli anni 80 e per lui lavoravano creatori come Giorgio Armani, Karl Lagerfeld, Montana e Alaïa, vere star della moda anni 80. Mi fu chiesto di seguire una campagna pubblicitaria, scattata da Newton, che lavorava da loro da oltre dieci anni.
Sostituii la figlia Fortuna Valentino nello shooting di Montecatini, dove si teneva la campagna, e domandai, come compenso per la collezione che avevo disegnato per loro, una foto del grande maestro Newton. La risposta fu “Si, si”, un po’ come dire “figurati se Newton fa una foto a te”. Invece quando andai lì, dopo tre giorni di lavoro per quella campagna, mentre ero seduto ad un tavolo con tutti gli assistenti, Newton mi guardò ed improvvisamente mi disse: “Tu, vieni qui!”. Mi fece alcune domande, io sapevo tutto su di lui e così ad un tratto mi disse: “A questo punto vedo che tu sai più di me, di quanto io ricordi della mia carriera: domani vieni con chi vuoi tu e facciamo la foto”.
A me son sempre piaciute le foto erotiche di Newton: lui è famoso per le donne nude, così gli proposi uno scatto di quel genere. “Fai quello che vuoi” - mi disse - “domani porta con te una donna che abbia queste scarpe. Però, voglio che tu indossi un abito da uomo classico”. Io non lo avevo, perché ero lì per fare un servizio fotografico e non per posare, quindi corsi a Firenze da “Luisaviaroma”, il cui proprietario Andrea, è un caro amico. Lì incontrai per caso un altro amico, che era in compagnia della moglie, una donna stupenda, a cui proposi: “Vuoi diventare famosa?”, e alla sua reazione incuriosita, aggiunsi: “Se vieni a Montecatini,” (che dista circa 40 chilometri da Firenze, NdR) “domani mattina, ti faccio fotografare insieme a me da Newton”.
Avevo con me un paio di scarpe della campagna pubblicitaria, un decolleté che avevo disegnato in bianco e nero, ed aggiunsi: “Sai, però, come è fatto Newton, è strambo, per cui è probabile che voglia ritrarti nuda…”. Al che lei replicò che per Newton era disposta a farlo.
Il giorno dopo, quando Helmut mi chiese: “Dove sono le scarpe?”, io risposi: “Ai piedi della signora con cui voglio posare”. Come me, rimase incantato dalla sua bellezza. Così oggi sono nei suoi libri, in mezzo a tanti personaggi famosi. Recentemente si è venduta all’asta a New York quella foto mia con Federica, ad un prezzo superiore alle altre, non so perché. Molti pensano, che sia quella mia originale, ma in realtà è una delle dieci copie in circolazione. Nel mondo della fotografia, fino a dieci sono copie ritenute uniche.