The Capri Times

Jorit Ciro Cerullo

suo ultimo lavoro creato in Pagani 
Testo: Caterina Marina Anselmo
Foto: Natalia Galkina Novi
Giugno, 2021

La nostra rubrica “Le vie dell’arte” in questo mese di giugno ci conduce ad un grande esponente della Street Art: l’olandese napoletano Jorit Ciro Cerullo. Dall’infanzia a Quarto ( Na ), dove è nato nel 1990, dai primi graffiti sui treni della locale stazione ferroviaria, alla raffigurazione realistica del volto umano. Le sue opere, nel giro di pochi anni, vengono eseguite a Napoli e oltre, fino a giungere in vari punti dei continenti dove risultano apprezzate dai grandi critici, riconosciute dai migliori musei, esposte in grandi gallerie. Jorit viene identificato in modo particolare per i suoi volti rigati di rosso che, dal  2013 in poi, coprono facciate di edifici che, da Napoli a Sidney, si offrono, per la caratteristica propria dei “murales”, alla vista ed alla fruizione gratuita per tutti. Ne trascuriamo volutamente i dettagli tecnici ed i riferimenti ai rituali africani ,per mantenere l’attenzione sull’artista e sul suo ultimo lavoro creato in Pagani ed inaugurato il 30 Maggio 2021, per ricordare la figura di Marcello Torre, Sindaco del paese nel 1980 e vittima della Mafia.
Cosi descrive l’evento ed il personaggio, l’attivista di ” Libera” e Direttore del Premio Nazionale per l’Impegno Civile Marcello Torre, Riccardo Christian Falcone:


…“La morte di Marcello Torre è stata una frattura nella storia di Pagani. E, come accade con tutte le fratture, ha determinato un prima e un dopo: la camorra stava facendo un salto di qualità e colpiva un sindaco per educare tutti i sindaci e tutti gli amministratori.
A lungo, e per certi versi ancora oggi, la memoria di questo sindaco che sognava “una Pagani civile e libera” è stata scomoda. Le parole affidate alla sua lettera testamento pochi mesi prima di morire non sono un’eredità facile: “siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile”.
Regalare a Pagani questo "segno", questo "graffio" di memoria ha proprio questo obiettivo: ricomporre una frattura e servire da monito quotidiano. L’esperienza di Libera, che ha promosso questa iniziativa insieme all’Associazione Marcello Torre, ci insegna che la memoria ha bisogno di impegno per essere viva. Ma la memoria è fatta anche di segni, che graffino la coscienza.
Ecco. Il suo volto su quel muro, nel cuore della città, ce lo ricorderà ogni giorno.”

Ci troviamo nei locali del Teatro “Auditorium”, dove, durante una brevissima pausa di lavoro, l’artista accoglie le nostre domande. Diamo il benvenuto a Jorit ed iniziamo la nostra conversazione.

 Mi piacerebbe un breve riferimento all’accoglienza ricevuta  all’ arrivo e durante la permanenza nel Comune che lo ospita.

J:. Posso dire di avere ricevuto un’ottima accoglienza e anche durante la permanenza sono stato molto bene.
Impressioni ed emozioni mosse dal personaggio che stai rappresentando 
J:. Il personaggio che sto rappresentando mi riporta ad emozioni simili a quelle vissute nel contesto nel quale sono cresciuto che, per certi aspetti, è simile a Pagani. Ritengo che figure come Marcello Torre costituiscano riferimenti importanti, anche se più moderato, rispetto al mio modo di pensare che è più estremista. Li ritengo importanti perché esprimono la parte sana della società, quella che non si piega alle logiche criminali, alla speculazione, agli interessi camorristici e può rappresentare un punto di partenza per il progresso delle Comunità, soprattutto per il Sud Italia e per la Campania in particolare.
Un artista molto giovane e molto profondo, quasi sicuramente influenzato dall’ambiente di provenienza. Un riferimento alla sua infanzia riporta a….
Un riferimento alla mia infanzia riporta alle mie origini : Mi chiamo Jorit Ciro Cerullo, di madre olandese e padre napoletano. La parte olandese del mio nome di battesimo, a chi mi chiede se ha un significato, rispondo che non ne ha. Anzi , aggiungo che in Olanda non abbiamo neanche i Santi. Sono cresciuto a Quarto ( Na) dove i ragazzi hanno poche o nessuna possibilità di svago e da piccolo cominciai a passare il tempo “decorando” muri e facendo esperienza nei “yard”, i depositi dei treni .Oggi, quando lavoro ,il mio pensiero va a tutti i giovani che vivono nelle periferie e a cui nessuno offre nulla, e che, pur tra mille difficoltà, vanno a lavorare e non si rassegnano a questo futuro incerto che gli stiamo consegnando .
Parlando di origini e di genitori, viene naturale chiedere com’è Jorit in famiglia
Sono così come mi vedi: lavoro molto ma quando sono a casa preferisco la tranquillità del divano.
Nel tuo lavoro di utilizzi una grande quantità di colori e bombolette spray. Come è avvenuta la scelta di questa tecnica?
Ho iniziato, come dicevo prima, con i graffiti, con il driving, nel quale l’elemento essenziale è proprio questo: lo spray. Ai pennelli ed alla pittura sono arrivato più tardi, ma è proprio dallo spray che sono partito da ragazzino.Da quando ho scoperto invece questa tecnica ho continuato e mi sono interessato solo ad essa e a niente altro.
Tra le varie esperienze condotte in terra straniera, non manca la Russia, terra dei fondatori per la rivista per cui stiamo scrivendo. Ci parli della tua esperienza a Odincovo e del lavoro realizzato nell’ambito del Festival di arte urbana “Urban Morphogenesis”?
Sono stato in Russia nel 2018 in una manifestazione a cui hanno partecipato artisti di tutto il mondo. Sulla facciata di uno dei palazzoni alti venti piani, ho realizzato il volto di Yurij Gagarin. Con me hanno lavorato due artisti con i quali collaboro spesso: Tukios e Verastart.
Tukios è napoletano come me. Verastart, invece, è un peruviano che vive a Napoli. In Russia è stato dato grande risalto al nostro lavoro che è stato presentato anche attraverso numerose emittenti e telegiornali. Trattasi del ritratto di Gagarin più grande al mondo. Siamo stati accolti al centro Addestramento Cosmonauti intitolato allo stesso Yurij Gagarin , dove abbiamo visitato la stazione della nave spaziale Soyuz e la hall della Stazione MIR
Le dimensioni e l’imponenza delle tue opere, da quali elementi sono determinate?
J:. Nascono proprio dal mondo dei graffiti, dal mondo della Street art ,un mondo nel quale si tende sempre a realizzare delle opere sempre più grandi nel tentativo di superare i propri limiti.
Ed ecco che si comincia lavorare su due metri di muro, poi passi ad utilizzare una scala per arrivare a quattro metri e poi sempre più in alto. E di metro in metro arrivi a realizzare il murale più alto al mondo che è quello realizzato su trenta piani di un palazzo del Centro Direzionale di Napoli .
Per arrivare alle altezze citate utlizzi, ovviamente, dei mezzi adeguati. Quando sei sul ponte o nel cestello, come ti senti?
J:.Sul ponte mi sento molto bene. Nel cestello invece mi sento molto male perché non è molto sicuro. Sulla bilancia, invece, avverto sempre un po' di mal di mare . Per tutti questo motivi il ponte è l'elemento che preferisco ed utilizzo maggiormente. 
Questo per quanto riguarda la stabilità fisica tra ponti e cestelli. A livello emotivo, invece, cosa provi?
J:. In quelle situazioni mi sento bene proprio perché mi ritrovo a stare un pò più distaccato dal mondo e posso restare con i miei pensieri.
Nei pensieri e nelle opere di Jorit , come prima ha riferito, troviamo i validi collaboratori dell’artista, ai quali chiediamo un breve intervento e si presentano ai nostri lettori:
S:. Mi presento,sono Salvatore , in arte Tukios
Il tuo nome d’arte ha un significato?
S: Si, ha un significato molto personale che preferisco non spiegare.
Rispettiamo il riserbo di Tukios e si presenta l’altro collaboratore
J:. Mi chiamo Jeremy, in arte Calaveras e sono un peruviano che vive a Napoli
Salvatore e Jeremy riferiscono di collaborare reciprocamente con Jorit nella realizzazione delle opere. 
Noi per Jorit e Jorit per noi (Cit. Salvatore)”
 Una collaborazione nata anni fa, quando erano piccoli e dipingevano treni e muri. Una passione continuata nel tempo che poi si è trasformata in un vero e proprio lavoro. Nel paese che oggi li ospita riferiscono di aver ricevuto una bella accoglienza anche se non possono ancora esprimere un’opinione perché non hanno avuto il tempo di percorrerne le strade.
 Salvatore sa che qui in paese, ogni anno, c’è una grande manifestazione religiosa dedicata alla “Madonna delle Galline”di cui si parla moltissimo ma che non ha  avuto ancora occasione di vedere ed è una mancanza a cui intende rimediare. 
Approfittiamo, quindi, dell’occasione per invitare gli artisti all’evento che si terrà in data da destinarsi.
Con questo invito concludiamo il nostro intervento, ritenendo che le immagini a corredo del lavoro siano più efficaci di tante altre parole. Ringraziamo l’artista ed i suoi collaboratori ed un ringraziamento particolare va a Federico Esposito e Riccardo Christian Falcone per la disponibilità e la collaborazione offerta per la realizzazione del nostro lavoro. 
A conclusione della manifestazione di inaugurazione del “pezzo” dedicato a Marcello Torre, è seguito un momento conviviale per il quale si ringrazia Laura Novi, cortese “padrona di casa” de “La Cascina Agrituristica”, collocata sulle colline del territorio circostante di Sant’Egidio del Monte Albino e dalla cui terrazza , oltre le sue prelibatezze, si gode la splendida vista del Vesuvio.
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