Ripeto, il racconto, uscito nel 1937 in tedesco è stato poi tradotto in inglese, turco, tedesco, azerbaigiano, francese e recentemente anche in russo. In Russia, tuttavia, non è ancora molto conosciuto mentre in Azerbaijan è un autore cult, sulla sua figura sono stati scritti tanti libri e gli vengono dedicati molti convegni. Inoltre esiste un dibattito molto forte intorno alla domanda “Chi è Essad Bey?”. Perché questo romanzo “Alì e Nina” non è stato pubblicato a nome di Essad Bey ma con il nuovo pseudonimo di Kurban Said ed ancora oggi non sappiamo con precisione chi era Kurban Said, ma maggior parte degli studiosi crede che egli è proprio il ‘nostro’ Essad Bey.
Negli anni, attraverso varie ricerche, sono stati reperiti materiali e documenti e si è scoperto che anche Essad Bey è una specie di pseudonimo di un cittadino dell’Impero russo, il cui vero nome era Lev Nussimbaum, nato a Kiev e non a Baku. Sono stati trovati e consultati registri dai quali si è evinto chiaramente che Lev è nato proprio in Ucraina nel 1905 e solo successivamente si è trasferito a Baku con la sua famiglia. Suo padre era un ricco petroliere che girava attraverso l'Impero russo per i suoi affari, tra Georgia, Lituania, Ucraina. Del ricco genitore conosciamo anche il nome, Abramo, quindi Lev Abramovič Nussimbaum è di una chiara origine ebreo russa con forte background di cultura caucasica. Cresciuto in Azerbaijan, amava quella terra ed allo scoppio della Rivoluzione, egli, ancora ragazzo, e con il padre (la madre morte suicida prima) si rifugia in occidente, a Istanbul, poi Roma ed in seguito a Berlino.
In Germania il giovane Lev decide di diventare musulmano che è un accadimento rarissimo per un ebreo quindi si reca alla cappella musulmana islamica dell’ambasciata turca, dove ha appreso l’Islam ed è diventato Essad Bey. Si pensa che sia uno pseudonimo ma in realtà Essad in turco significa leone, come pure in russo Lev significa leone, mentre Bey è una particella nobile per l’aristocrazia orientale. Lo stesso accade quando mi trovo in Azerbaijan: vengo chiamato Michail Bey da parte dei miei colleghi caucasici.
Ma torniamo al nostro autore. A Berlino, in quel periodo, si viveva un momento interessantissimo per la cultura. Preciso che siamo all’epoca della Repubblica di Weimar, negli аnni ’20, quando le idee erano tante e nell’ambiente internazionale berlinese diventò amico della colonia russa perché ne frequentava le scuole insieme alle sorelle di Boris Pasternak, a Vladimir Nabokov, oltre a frequentare vari circoli per cui possiamo dire che la sua era un’appartenenza alla cultura russa.
Fu invitato, tuttavia, dai giornali tedeschi come esperto sul Caucaso e, se pensiamo che ha cominciato a scrivere libri anche prima dei venticinque anni, esperto lo era fortemente. Qui era la sua genialità perché ha cominciato a lavorare subito su argomenti che prima di lui nessuno aveva toccato, sconosciuti in Europa, come ad esempio il petrolio. Il suo primo libro “Petrolio e sangue”, tratta un tema che è diventato, dopo, importantissimo.