Torniamo ora a lei ed agli inizi dei suoi studi per chiedere quando ha sentito il richiamo, la vocazione e se immaginava che un giorno potesse diventare Abate.
Innanzitutto preciso che la vocazione è come un seme gettato nel cuore della persona. Questo mi è accaduto all'età di tredici anni, quando una sera, accompagnando un mio amico, gli ho chiesto cosa avrebbe fatto lui dopo la terza media e mi ha risposto che sarebbe entrato in Seminario per farsi prete. Devo dire che a quel tempo l’ espressione ”Seminario” non l’avevo neanche mai sentita ed è stata questa parola che ha dato inizio al tutto perchè poi ho continuato a ripetere a me stesso….”Seminario”, “ farsi prete” e quindi sono andato avanti facendo parte di una Parrocchia del mio rione a Bari, dove ho fatto anche il catechista. Ero molto impegnato nell’ambito parrocchiale e quindi ho avvertito l’esigenza di dedicarmi in maniera totale ed esclusiva al Signore. Nel mio paese, Noci, la Parrocchia promuoveva iniziative di campi scuola, in una casa rurale proprio ai piedi del Monastero benedettino ed è lì che ho conosciuto la realtà dei monaci.
In seguito ho fatto il militare e mi sono anche fidanzato però poi ho capito che la mia strada non era quella del matrimonio ma la consacrazione radicale alla vita monastica, a Dio, e quindi, dopo varie esperienze, ho capito la mia vocazione che posso definire “adulta”. Adulta nel senso l’ho avvertita dopo il servizio militare, a ventun anni, e solo dopo sono entrato nel Monastero.
Ora sono quarant’anni che vivo in convento e ho definito, la mia, una “chiamata” adulta perché a quel tempo si entrava in seminario da piccoli, durante l’adolescenza. Oggi invece l’età di ingresso è diversa, è avanzata. A volte ho richieste di persone, di pensionati che vorrebbero venire in Monastero ed ovviamente si valutano i casi perché sono istanze finalizzate ad una “sistemazione” e non dovute alla “vocazione” vera e propria.
Negli anni sono andato avanti con la grazia di Dio, ho fatto gli studi di teologia, e sono andato avanti anche grazie alla mia famiglia che comunque rimase stupita della mia scelta.
I miei non presero bene la mia decisione, specialmente la mia mamma quando ha saputo che avevo interrotto il fidanzamento e modificato i miei progetti futuri.
Mio padre, invece, ha sofferto in silenzio. Tra l’altro, essendo di ideologia comunista, non era mai andato in Chiesa e solo quando ho manifestato il mio desiderio di entrare in Monastero, ha cominciato a frequentarla. Mia madre, invece, continuò a non accettare la mia scelta e spesso, durante il periodo del Seminario, mi domandava:- Non ti sei ancora stancato? Quando pensi di tornare a casa? Ha accettato la mia decisione solamente dopo molti anni. Oggi i miei genitori non ci sono più ma quando torno a Bari, nella mia città natale, trovo ancora dei familiari, degli zii, due sorelle e un fratello.