The Capri Times














Ciberbullismo

Testo Caterina Marina Anselmo
Foto Natalia Galkina Novi
Maggio 2025
Cultura, arte, storia e tradizione del territorio campano risultano i miei campi di interesse nel lavoro che svolgo per questa rivista. Ed è ripensando alla cultura ed osservando quanto offre il territorio in cui opero che mi sono imbattuta in un'occasione “speciale” creata, in maniera inconsapevole, dall'Istituto Comprensivo di Vietri sul mare. Il paese costiero si muove in vari ambiti che spaziano dal e nel settore turistico e della cultura e noi, in questo caso, ci riferiamo alla cultura della prevenzione di un fenomeno negativo purtroppo diffuso tra gli adolescenti: il cyberbullismo.
Natalia Galkina ed io abbiamo colto l’opportunità offerta dall’I.C. di Vietri sul Mare (Sa) presieduto dalla dott.ssa Michela Satriano: la conclusione di percorso formativo sull’argomento che ha visto coinvolte le classi V della Scuola Primaria e le classi I e II della Scuola Secondaria di Primo Grado Plesso Pinto. Un incontro/confronto tra alunni, docenti e famiglie con un ospite d’eccezione, Roberto Bratti, giornalista, pubblicista, scrittore per ragazzi, che si distingue in modo particolare per la promozione dei laboratori sul cyberbullismo nelle scuole.

Roberto, nel ringraziarla per la sua disponibilità, gradirei come di consueto con i miei intervistati, una sua breve presentazione per i nostri lettori , cominciando con alcune domande solo apparentemente semplici. Chi è Roberto Bratti e dove, come e quando prende inizio il suo percorso di scrittore.
Rispondo a questa prima domanda precisando che Roberto Bratti è prima di tutto un marito, un padre di due splendidi bambini e un grandissimo tifoso del Napoli. Il mio percorso di scrittore nasce dalla mia passione per la lettura (sono un accanito lettore) e dalla voglia di imitare i miei scrittori preferiti . Ho cominciato scrivendo dei racconti e partecipando a Concorsi letterari che, con mia grande meraviglia, molto spesso mi vedevano arrivare in finale. Questa cosa mi ha dato fiducia e mi ha fatto capire che forse avevo una predisposizione per la scrittura. Ho pubblicato un primo romanzo che, forse perché non era dedicato ai ragazzi, ha avuto scarsissimo successo. La vera svolta c’è stata intorno al 2013 quando ho scritto “Bulli con un click”che affrontava il tema del cyberbullismo e che ha avuto subito un’ottima accoglienza da parte di insegnanti e di ragazzi. Poi il riconoscimento del Premio Bancarellino, nel 2015, che mi ha dato una ribalta nazionale e piano piano, con una lunga gavetta e tanta fatica, sono riuscito a pubblicare con Case Editrici importanti come “Il battello a vapore”, “Einaudi ragazzi” e tanti altri.

Dove e come nascono le idee ed i personaggi dei suoi libri?
Le ispirazioni per i libri nascono dalle fonti più: un caso di cronaca che ho letto su Internet, un film, una serie tv, una pagina di un libro. Quando incontro i ragazzi nelle scuole paragono il mestiere dello scrittore con quello del pasticciere.
Apparentemente sono due mestieri che non hanno nulla in comune. Il pasticciere quando fa una torta è bravo a mettere insieme vari ingredienti come zucchero, latte, farina, uova e mescola per far riuscire una bella torta. La bravura dello scrittore sta nel mettere insieme qualcosa da cui è stato ispirato, ad esempio un caso di cronaca, qualcosa che gli è stato raccontato da un amico, qualcosa che ha letto in un libro e cercare di rendere viva una storia che tenga incollato il lettore alle pagine.


Roberto Bratti, uno scrittore che si muove tra i ragazzi, per i ragazzi e che con i ragazzi.  Per scelta o per caso?
Sono arrivato alla letteratura per ragazzi assolutamente per caso. Come ho già risposto nella prima domanda, ho pubblicato un mio primo romanzo che ha avuto uno scarsissimo successo e questa cosa mi ha fatto pensare che il sogno di diventare uno scrittore professionista sarebbe rimasto tale, che la scrittura potesse essere un hobby, un passatempo ma mai un vero e proprio lavoro. Invece questo testo finì, qualche anno dopo, tra le mani di un editore per ragazzi, Rubino, che era alla ricerca di nuovi autori e mi spinse a scrivere un testo per ragazzi. Con un mix di fortuna, che nella vita ci vuole sempre, e intuito ho scritto  “Bulli con un click" che, a dodici anni di distanza dalla sua pubblicazione, è ancora attuale. Da allora ho capito che scrivere per ragazzi era una cosa che mi piaceva tanto e mi sono specializzato in questo tipo di narrativa.

Parliamo ora dell’argomento che più ci sta a cuore. Lei affronta spesso il mondo del web e dei pericoli della rete. Il nostro incontro nasce anche dall’esigenza propria della rivista, che essendo on line, sente molto le problematiche che dal web possono pervenire ai suoi utenti ed ai minori in particolare. Ci riferiamo all’argomento “oggetto”  e motivo della sua presenza a Vietri, e cioè il diffuso fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Come  ne spiega  la nascita e la diffusione ?
Il bullismo è sempre esistito. Molto spesso, nei miei incontri, è stato argomento di apertura come è accaduto anche all’I.C. di Vietri sul Mare. Racconto la mia esperienza personale di vittima di bullismo, per fortuna un episodio lieve che si è concluso presto ma che mi ha lasciato comunque delle cicatrici profonde. Rispetto al passato oggi c’è maggiore attenzione nelle scuole. Il cyberbullismo, invece, è aumentato negli ultimi anni a seguito della sempre più massiccia diffusione degli smartphone e soprattutto in base al fatto che si è abbassata sempre di più l’eta in cui i bambini entrano in possesso di uno telefono. E’ proprio un utilizzo poco consapevole dei social che porta ed episodi di Cyberbullismo.

Chi è, secondo Bratti, il bullo? Da dove nasce il fenomeno del bullismo oggi  e quali sono le modalità più diffuse di cyberbullismo?
Il bullo è una persona che esercita prepotenza e violenza fisica o psicologica su chi percepisce più debole. Il fenomeno del bullismo spesso nasce da insicurezze, bisogno di controllo, modelli familiari o sociali negativi. Con Internet poi si è diffuso il Cyberbullismo che avviene on line tramite insulti, minacce, diffusione di foto o video privati, esclusione dai gruppi sociali, creazione di profili falsi  allo scopo di umiliare le vittime.
Cosa spinge, secondo  lei, i ragazzi ad intraprendere azioni di bullismo in generale, e di cyberbullismo, in particolare?
I ragazzi sono spinti al bullismo da vari fattori. Può essere il bisogno di sentirsi forti, il bisogno di sentirsi accettati dal gruppo, da un’insicurezza personale o da problemi familiari. Molto spesso i bulli sono soggetti fragili, che hanno dentro un dolore o una rabbia che devono cercare di scaricare cercando delle vittime apparentemente più deboli.
Se invece parliamo di Cyberbullismo, un ruolo importante è la questione dell’anonimato offerto dal Web che fa sentire meno responsabili delle proprie azioni. Inoltre, a causa  della presenza di uno schermo che divide, la distanza che si crea rende più facile colpire  senza vedere le conseguenze reali che si verificano sulle vittime.
In apertura abbiamo sottolineato il suo impegno nella promozione di azioni rivolte alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno del Cyberbullismo.
Come è nata l’idea o, forse, l’esigenza dello scrittore di muoversi in tale direzione?
Da anni faccio incontri sul bullismo con “Bulli con click”. Ho girato tantissimo ma devo dire che questo incontro tenutosi a Vietri è stato uno dei più belli che porterò nel cuore a partire dalla splendida location rappresentata dalla Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, dal panorama mozzafiato offerto dalla terrazza, dalla presenza di docenti fantastici e di ragazzi superpreparati che mi hanno mitragliato di domande. Per uno scrittore rispondere alle domande dei ragazzi è sempre molto gratificante perchè vuol dire che prima dell’incontro c’è stato prima un lavoro da parte degli insegnanti, che il libro è stato discusso e digerito  ed il momento finale dell’incontro con l’autore ne rappresenta davvero la ciliegina sulla torta!
Ci  racconta  allora dell’esperienza che l’ha condotta all’I.C. di Vietri sul Mare e di quanto vissuto “emotivamente” con i ragazzi, i docenti e le famiglie l’11 aprile?
Sono arrivato all’I.C. vietrese grazie alla prof.ssa Francesca Papalino che avevo conosciuto qualche anno fa alla scuola “Gennaro Capuozzo” di Napoli dove tenevo un Progetto di Cyberbullismo all'interno del quale abbiamo realizzato dei cortometraggi. Rimase positivamente colpito da alcuni incontri che avevo fatto con i ragazzi e quando ha saputo che a scuola c’erano stati alcuni casi di bullismo e cyberbullismo mi ha contattato. La sua associazione ha acquistato delle copie che ha donato alla scuola e da lì è nato questo incontro.

Come si rapporta con gli alunni, con i docenti e con la Dirigenza?
Vengo dall’animazione nei Villaggi turistici per cui sono abituato a parlare al microfono. Ho fatto teatro, giro per le Scuole da oltre dieci anni quindi ho una certa dimestichezza nell’intrattenere la platea. Devo confessare che l’impatto, però,  è stato abbastanza traumatico: ritrovarsi in un luogo così caratteristico, in una chiesa piena di ragazzini, mi ha dato all’inizio un attimo di titubanza. Poi, grazie alla fantastica accoglienza, alla preparazione dei docenti, dei bambini e delle  bambine mi sono sciolto e penso che l’incontro sia stato davvero soddisfacente.

Nell ‘incontro dell’11 aprile  ”  si è parlato di cyberbullismo, uso consapevole dei social e dell’importanza di scegliere parole che rispettano e non feriscono.”   Si tratta di  una riflessione che mi ha colpito molto e che volutamente ho riportato qui per chiedere quali consigli o indicazioni utili potrebbe dare o dire ai ragazzi  per individuare  e selezionare parole adatte allo scopo?
Ai ragazzi consiglierei soprattutto di “mettersi nei panni degli altri” perché prima di scrivere o di dire qualcosa bisogna sempre chiedersi :- Se qualcuno lo facesse a me, mi farebbe piacere?
Altri consigli che potrei dare è pensare prima di postare perché le parole restano, soprattutto on line. Voglio riportare la frase di apertura di un altro mio libro “Un like di troppo” che è il sequel di “Bulli con un click” : -su Internet non si scrive a matita ma si scrive con l'inchiostro . Questo per far capire che tutto ciò che facciamo on line resta nel tempo.
Un altro consiglio che potrei dare è di utilizzare i social per costruire e non per distruggere, ovvero condividere contenuti positivi, supportare gli altri senza alimentare odio e , soprattutto, e questo vale sia per il bullismo che per il cyberbullismo, denunciare sempre se si vede qualcosa di sbagliato perché molto spesso con il silenzio si è complici e si dà forza e potere al bullo.
Come è stata, in generale, l’esperienza vietrese? Che cosa porta via non solo dalla realtà scolastica che ha conosciuto ma anche dalla città che l’ha ospitato?
L’esperienza vietrese è stata fantastica. Io da napoletano conosco bene Vietri sul Mare, sono venuto spesso anche in  vacanza,  come ad esempio due anni fa quando abbiamo festeggiato il compleanno di mia moglie, e mi sono ripromesso di ritornarci il più presto possibile. Mi ha colpito subito la giornata meravigliosa, l’aria di primavera e il turismo. Un impatto meraviglioso che mi ha dato l’idea di essere già in vacanza. Spero di tornarci presto perché è una città che porto davvero nel cuore.
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