“La narrativa pone delle domande, la saggistica cerca di dare delle risposte” ( cit.)
Maurizio De Giovanni, famoso autore italiano conosciuto dal grande pubblico per i suoi personaggi caratterizzati da una notevole complessità psicologica e da uno sviluppo caratteriale in continua evoluzione, tra “giallo “e “nero” è alla continua ricerca di risoluzione di enigmi e verità nascoste. Lo scrittore è a Vietri sul Mare (Sa) il 4 luglio 2025 per presentare il suo ultimo libro, "Il pappagallo muto. Una storia di Sara", edito da Rizzoli. Entriamo immediatamente nel vivo dell’intervista per raccoglierne alcuni pensieri.
Evelina Botta Orlov Ritratto di donna
Ringrazio Maurizio De Giovanni per la sua presenza in provincia di Salerno e per il tempo dedicato a favore dei nostri lettori alla fine di una lunga giornata di impegni e grandi emozioni. Uno scrittore fortemente legato alla sua città di origine che per i “colori “dei suoi romanzi ha scelto il giallo ed il nero, a cui viene spesso rivolta la domanda su come è nata la passione per questo settore specifico. Dalle risposte fornite è evidente che essa scaturisce dall’ interesse per “comprendere”, forse più che per indagare l’animo umano. Ma come è, l’animo umano, secondo Maurizio De Giovanni?
L’animo umano è un posto molto ampio e molto difficile da interpretare. Io ho l'impressione che noi camminiamo in una strada che sembra pulita. In realtà, se sollevo il tombino e ci guardo sotto, mi rendo conto di dove io stia, in realtà, camminando. E questo è, secondo me, quello che fa un autore di romanzi neri: alza il tombino e mostra a tutti dove si trovano in realtà. Sembra di essere in un posto ma in realtà è si è in un altro. Ogni tanto noi beviamo dei sentimenti che conosciamo e che hanno un’esplosione. Questi sentimenti noi li riconosciamo come nostri anche se avvengono in un posto, in un luogo che è un altro.
Evelina Botta Orlov Un ramo. Dettaglio
E come è l’animo di Sara, protagonista del racconto di oggi. E’ ancora uguale o simile agli esordi, anche riferendosi al carattere ed alla gestione delle sue emozioni?
Definita originale e dal temperamento imprevedibile, viene spontaneo domandarsi: Come era Evelina? Come trascorreva le sue giornate? Quali erano i suoi interessi? Quali erano i rapporti con i residenti? Come ha vissuto in quegli anni, priva di affetti familiari? Non abbiamo le risposte a tutte le domande. Tuttavia, grazie alle testimonianze raccolte tra chi la ricorda, pochi in verità, e tra chi riferisce simpatici epiteti che la definiscono “contessa”, “ballerina”, “nobile altezzosa “, “solitaria” “con strane manie”, “modesta”, “riservata”, “estrosa”, finalmente perviene un'interessantissima testimonianza di chi l’ha effettivamente conosciuta negli anni vietresi. A questo punto della narrazione occorre ringraziare il prof. Aniello Tesauro che, in qualità di “mandante” presso l’abitazione della famiglia Centola di Salerno, ci ha permesso di raccogliere dalla voce dell’architetto Bruno, il prezioso contributo, di chi ha conosciuto la nostra Evelina.
Evelina Botta Orlov Ritratto di donna
E come è l’animo di Sara, protagonista del racconto di oggi. E’ ancora uguale o simile agli esordi, anche riferendosi al carattere ed alla gestione delle sue emozioni?
I personaggi seriali evolvono, uno raccontandoli li conosce meglio. Sono come i vicini di casa per i quali all’inizio si può avere una simpatia o un’antipatia, poi man mano, conoscendoli meglio, se ne comprende il ruolo, si comprendono i comportamenti, le azioni e certe reazioni. Quindi Sara, come tutti i miei personaggi, la vado conoscendo io stesso nei romanzi del romanzo. Di conseguenza, quindi, non ci sono dei cambiamenti ma ci sono dei riconoscimenti. Lei non cambia, sono io che la conosco meglio.
Sara è donna, Sara è moglie, Sara è compagna, Sara è vedova, Sara è una donna che ha lavorato e che lavora, Sara è madre. In tutti questi aspetti e ruoli Sara è accompagnata dal dolore e dal tormento. Quale forza la sostiene e le permette il suo percorso di vita?
La sua forza è soprattutto nella ricerca della verità che per Sara è un bisogno, una necessità insopprimibile. Poi vi è la nascita del nipotino! piccolo motiva Sara nell’attenzione al futuro. Prima della sua nascita Sara non era interessata al futuro e con la morte del figlio riteneva la vita conclusa. L’esistenza del piccolo Massimiliano rende, invece, Sara responsabile nel cercare di migliorare il tempo.
Evelina Botta Orlov Il giardino della dimora di Evelina
Allontaniamoci, ma solo per un attimo, da Sara per rivolgere la nostra attenzione alle donne protagoniste e non dei suoi racconti. Cosa possiamo dire di loro? Vi è un elemento comune, un filo magari solo apparentemente invisibile che le lega?
Io direi di no! I personaggi femminili sono più ampi, più articolati, più profondi di quelli maschili, le donne hanno sempre più colori e sfumature, più cose da raccontare. Ognuna è a sè e per epoche diverse, luoghi diversi, condizioni diverse, sia economiche che culturali.
Il letto di Evelina Botta Orlov
Tante donne, tante storie e tanti personaggi principali e figure di supporto. Come nasce una storia nella mente e nell’animo del suo autore?
L‘ idea può nascere in tanti modi ed è bene precisare, innanzitutto, che tu non te ne accorgi quando è nata. Te ne accorgi quando è fiorita, te ne accorgi quando si è sviluppata. A quel punto cominci a pensarci di più. Non ci pensi quando è ancora nel suo seme e può venire da tutto, può venire da una notizia, da persone che parlano per strada, da un film che hai visto, da un libro che hai letto, può venire da tutto.
Evelina in Belgio, anni '30. Foto dall'Archivio della Questura di Bruxelles
Torniamo alla protagonista del libro la cui presentazione ci vede qui coinvolti. Se Sara fosse qui con noi, oggi, cosa pensa che direbbe?
Innanzitutto non la vedremmo, si dissimulerebbe e parlando con noi ci direbbe quello che pensiamo in realtà perché avrebbe interpretato quello che realmente pensiamo ognuno di noi e per ognuno di noi sarebbe una sorpresa. Resteremmo tutti meravigliati nello scoprire quello che ognuno di noi pensa in realtà e sarebbe di certo una sorpresa. Per molti di noi sarebbe davvero strano e notevole rilevare tutto questo.
Evelina Botta Orlov Ritratto di donna
Parliamo della cittadina che ci ospita. Lei è già stato qui a Vietri nel 2022, momento in cui le è stato conferito il prestigioso Premio “Vietri sul mare”. E’ritornato oggi, 4 luglio 2025, per presentare il suo ultimo romanzo “Il pappagallo muto. Una storia di Sara. Come ha trovato, generalmente, l’accoglienza e l’organizzazione degli eventi?
Non dico niente di strano se dico che Vietri è uno dei posti più belli del mondo ed è un luogo che amo molto. La mia famiglia, in origine, ha avuto rapporti con Vietri e quindi la cittadina mi è particolarmente cara. Soprattutto mi rende orgoglioso essere cittadino di una terra che, tra le sue perle, annovera anche Vietri sul Mare.
Cosa pensa di Vietri dal punto di vista culturale e turistico?
Vietri è una città che ha talmente tanta bellezza da non poter prescindere dalla cultura che possiede, quindi merita di promuovere iniziative culturali di un certo livello di profondità e di spessore.
La sua presenza qui conferma senza dubbio che Vietri merita e promuove iniziative culturali di spessore. Consiglierebbe a Sara Morozzi, la protagonista del racconto, ed ai nostri lettori, di visitare Vietri sul Mare , o di soggiornare per una vacanza in cui, poter coniugare cultura e turismo?
Non c'è una persona al mondo alla quale non consiglierei di visitare Vietri per la sua bellezza e per la sua condizione particolare di avere sia la meraviglia della natura che dell'arte nonché la tendenza a sviluppare l’arte… La ceramica è un’arte e Vietri ne è la capitale quindi sicuramente consiglierei a Sara di visitare Vietri come a tutti gli altri.
Con l’elogio dello scrittore all’arte della Ceramica vietrese, si conclude il breve incontro con l’autore che ci auguriamo di ritrovare al più presto tra noi per “conoscere “nuovi personaggi e raccogliere le sue interessanti considerazioni da condividere con i nostri lettori.
All’appuntamento con l’autore seguono le riflessioni delle Associazioni che fortemente hanno voluto questo evento, rappresentate da Alfonso Vincenzo Mauro per la “Congrega Letteraria “e la prof.ssa Pina Masturzo per “ Salerno Festival Le notti di Barliario” A.V.Mauro: Siamo lieti , come Associazione culturale “La Congrega Letteraria. Dobbiamo l’interessante e molto vissuta serata all’impegno degli amici salernitani: il “Salernoir Festival” e l’associazione” Porto delle Nebbie”. Accolti presso l’Arciconfraternita della SS Annunziata e del SS Rosario, dopo i saluti istituzionali, la prof.ssa Masturzo ha dialogato con l’autore ed il folto pubblico di presenti. Ci siamo addentrati nelle pieghe dell’ispirazione letteraria, della lettura psicologica dei personaggi, delle trame degli avvincenti romanzi, del rapporto tra libri e realtà e realtà televisivo-cinematografica , della lettura, dei giovani e in quale interessante accenno di critica sociale. Molto interessante la descrizione della città di Napoli, luogo di elezione come sfondo ed ambiente in cui vengono collocate le storie di De Giovanni. "Napoli" ha detto lo scrittore "è come un'attrice poliedrica capace di calarsi in diversi ruoli a seconda della necessità narrative e del filone di romanzi da me scritti". L'evento ha aperto con successo la dodicesima edizione delle nostre attività culturali a Vietri.
P. Masturzo: Quello di stasera è un evento fuori dal Festival creato per ospitare lo scrittore, amico da tanti anni, in questa sede particolare. De Giovanni è un autore che è già stato precedentemente ospite del nostro Festival e che ha ottenuto, anche in passato, il premio Veraldi che costituisce un premio alla carriera all’interno del nostro Festival. Quindi, ci tenevamo ad averlo tra noi per parlare del nuovo romanzo “Il pappagallo muto. Una storia di Sara”. Quando Maurizio de Giovanni ha iniziato a parlare, si è subito creata quella magia rara che solo i veri narratori sanno generare. La sua voce, il suo modo di raccontare Sara – un personaggio fragile, silenzioso eppure potentissimo – hanno toccato corde profonde. Il pubblico ha ascoltato in un silenzio partecipe, quasi sospeso, perché in quelle parole si sentiva qualcosa che andava oltre la semplice trama: c’erano la cura, l’empatia, la capacità di dare voce all’invisibile. Dietro le quinte, tra i mille pensieri organizzativi, c’era anche l’emozione personale di chi sente la cultura come parte viva della propria identità. Vedere la sala piena, gli sguardi attenti, le domande sentite, mi ha fatto capire quanto bisogno ci sia ancora oggi di luoghi in cui incontrarsi attorno a una storia. Perché in quelle pagine, e in quelle voci, c’era qualcosa di vero. E perché ogni volta che si crea uno spazio per l’ascolto e per le parole, si semina bellezza. E’ stata di certo una serata molto bella e ben riuscita, con grande partecipazione di pubblico che è la cosa che a noi interessava di più proprio perché ci piace organizzare in contesti in cui non si evince ma si riduce la distanza tra gli ospiti ed il pubblico che, in questo modo, si sente più coinvolto e più partecipe. Speriamo di avere presto nuovamente ospite Maurizio De Giovanni e qualcun altro dei suoi personaggi e vi ringraziamo per l’attenzione alla nostra iniziativa.
Lo Staff ringrazia lo scrittore Maurizio De Giovanni per l’occasione a noi fornita di ascoltarlo mentre raccontava storie, anche fuori dalle sue pagine ed auguriamo ancora grande successo a Sara ed alle sue vicende. Cogliamo l’occasione anche per invitare i nostri lettori a seguire l’autore ed i suoi eventi. Concludiamo con un plauso agli organizzatori per la qualità dell’evento, per la disponibilità offerta e per gli interessanti contributi al nostro lavoro. Grazie ancora…
Sostieni il progetto "The Capri Times" Оказать поддержку проекту "The Capri Times"