Esatto. I documenti recuperati ci dicono che il monumento si trovava fino al 1588 nella cappella dedicata alla Vergine Assunta. Abbiamo atteso a lungo quel documento perché l’intera chiesa è dedicata alla Vergine Assunta — quindi volevamo capire di che cappella si trattasse esattamente.
Era composto di due parti: un grande arco e un corpo centrale.
Sulla base dei rapporti tra Acerenza, i Ferillo e Napoli siamo giunti ad alcune convinzioni certe:
- Il rapporto familiare tra Giacomo Alfonso Ferillo e Maria Balscia.
- Il valore rievocativo della cripta di Acerenza.
- L’identità storica della stessa Maria Balscia, che non è in discussione.
In un’altra tomba, alle sue spalle — anche quella un tempo nel coro della chiesa — è ricordato Costantino Castriota Scanderbeg, colui che avrebbe portato nel Regno di Napoli la piccola orfana di sette anni, Maria, affidandola alle cure di Andronica Comneno.
Anche lì ci sono opinioni diverse. Ma resta da capire perché in quel monumento appare la parola Maria, che non sembra riferirsi alla Madonna ma a una donna comune.
Siamo alla ricerca dei pezzi del puzzle.