Patrizio Oliva
Alla luce del tramonto, in una particolare sezione del Museo Ferroviario di Pietrarsa e per un numero di spettatori adeguato alle norme previste dalle misure anti-covid, il teatro ricomincia a vivere in completa sicurezza.
“Racconti per ricominciare”, il Festival di spettacoli itineranti, diffuso tra alcune delle più maestose location del territorio campano, dal 28 maggio al 6 giugno mette in scena 12 rappresentazioni e , facendo seguito ad un’intervista di un anno fa ad altro protagonista, partecipiamo anche alla seconda edizione. Incontriamo Patrizio Oliva, alias “Sparviero” , dal titolo del suo libro in cui si racconta dall’ infanzia fino all’oro di Mosca nel 1980. Il pugile, campione del mondo, deposti i guantoni, da uomo poliedrico quale si dimostra e si è dimostrato nel tempo , è pronto per affrontare nuove sfide. Ripercorriamo insieme alcuni momenti di una vita intensa, trascorsa tra sogni e realtà, all’insegna del coraggio e della determinazione. Una vita fatta di incontri ma anche di scontri con persone , fatti e vicende che hanno forgiato il suo carattere rendendolo eccezionale protagonista sul ring prima e sulla scena poi.
Nella sua esperienza di attore, invece, ha sviluppato maggiore intesa con qualcuno in particolare?
Una delle domande quasi inevitabili nel nostro lavoro riguarda le esperienze dei nostri intervistati con la Russia, terra d’origine della maggior parte dei componenti dello staff. Patrizio Oliva ha disputato i giochi olimpici di Mosca nel 1980. Come è stata l’esperienza russa, con il suo avversario citato anche poco fa, con l’organizzazione e cosa potrebbe raccontare della “grande madre”?
Sono andato sempre con grande gioia in Russia perchè, almeno negli anni ottanta, ho incontrato un popolostraordinario, affettuosissimo, ospitale. Poi negli anni novanta la situazione è un pò cambiata, anche lì è cresciuta in maniera esponenziale la criminalità ed è diventato un paese a rischio. Negli anni ottanta, invece, era un paese meraviglioso ed i russi, nella boxe, erano proprio “Maestri” ed insieme ai cubani, i pugili più forti del mondo.
Un ulteriore riferimento all’attrice che interpreta il ruolo di sua madre ed ai musicisti che accompagnano la performance.
Rossella è una grandissima attrice, anche regista, ha lavorato con Ettore Scola ed è davvero una grande professionista. Mi ha aiutato molto nello spettacolo, lei è calabrese e ciò ha favorito i dialoghi con lei perchè mia madre era anch’essa calabrese. Quindi i suoi natali e la sua competenza hanno fatto sì che si creasse una grande sinergia sul palco. A volte sembriamo davvero la madre e il figlio che sono stato nella realtà. A volte lei mi porta ad essere proprio un bambino mentre io conduco lei verso l’essere madre. L’intesa e la sinergia tra di noi sono davvero molto forti. I due musicisti, Riccardo Giannini alla chitarra e Ciro Riccardi alla tromba, sono davvero bravi! Riescono a dialogare con noi sia nella parte scherzosa che nelle parti più drammatiche. Grazie alla loro musica, si crea nell’ambiente un’atmosfera adatta alle circostanze man mano che si i fatti narrati si snodano sulla scena.
Cosa accade a fine serata quando si spengono le luci?
E il mattino dopo, quando si è pronti “per ricominciare”, quali pensieri la prendono?
Possiamo parlare dell’ esperienza da imprenditore?
La mia esperienza di imprenditore mi vede impegnato oggi nel mondo dello sport. Ho una palestra polifunzionale, una polisportiva dove si fa pugilato, karate, taekwondo, fitness ed attività collaterali, pilates, posturale, danza. Sono un imprenditore anche nel campo delle aziende perché sono motivatore per esse. Ho scritto anche un libro sull’argomento ed anche questa è un’altra delle mie attività imprenditoriali.
Patrizio Oliva … impegnato anche nel sociale. In che modo?
Da molti anni mi impegno nel sociale. Io e Diego Occhiuzzi siamo gestori di una palestra e facciamo molto per gli altri. Tutti i bambini che appartengono a famiglie bisognose che frequentano la nostra struttura non pagano la retta. Mi prodigo anche nel recarmi presso le Comunità di tossicodipendenti per offrire supporto. Per alcuni anni sono stato un collaboratore di don Pierino Gelmini, vado nelle carceri minorili a parlare con i ragazzi e cercare di farli riflettere sugli errori commessi o che stanno commettendo scegliendo la strada dell’illegalità. E’ un impegno che svolgo volentieri allo scopo di salvare chi ha bisogno e anche se riuscissi a salvare un solo ragazzo per me è motivo di grande soddisfazione.
Cosa pensa delle interviste e degli intervistatori?
Ho sempre avuto un buon rapporto con i giornalisti. Ho sempre rilasciato con piacere le interviste. Poi tieni conto del fatto che io sono stato un pugile prima e non un attore da sempre che è un ruolo sul quale spesso si è alla ricerca del pettegolezzo. Le mie sono state sempre interviste molto chiare e semplici, non ho dovuto mai difendermi da domande ambigue ed ecco che da qui scaturisce il mio buon rapporto con i giornalisti ed il sottopormi volentieri alle interviste
La sua estate 2021 tra impegni e relax……….
Quindi ancora tanto impegno ….tra sport e teatro!