The Capri Times


















Editore Sandro Teti

Intervista di Caterina Marina Anselmo
Testo Caterina Marina Anselmo
Foto Natalia Galkina Novi
Gennaio 2024
Ci troviamo a Roma, alla Fiera Nazionale della piccola e media Editoria “Più libri, più liberi”, un evento organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE), che vede la presenza di ben 594 case editrici italane, che espongono le novità ed il loro catalogo. Incontriamo Sandro Domenico Teti. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano, editore, politologo, giornalista, esperto di relazioni internazionali con particolare riferimento agli Stati dell'area post-sovietica, consulente per l’internazionalizzazione, la comunicazione e le relazioni istituzionali d’impresa, fondatore nel 2002 l’omonima casa editrice. Grazie alla sua passione ed al suo continuo impegno, la Teti è oggi una un’eccellenza italiana nel settore. Il web raccoglie biografie, interviste, fotografie, racconti, descrizioni, aneddoti, ricordi ed esperienze vissute, tuttavia, noi vorremmo far conoscere direttamente ai nostri lettori Sandro Teti, rivolgendogli qualche domanda che ci aiuterà a comprendere meglio le caratteristiche della sua personalità.

Sandro Teti, l’uomo e l’Editore…raccontato da lui medesimo.
Innanzi tutto parlando della mia casa editrice devo rilevare che mio padre ne aveva una e quindi durante l‘infanzia, l’adolescenza, la prima giovinezza, ho sentito spesso parlare di editoria e, tra l'altro, mio padre era molto legato all'Unione Sovietica e quindi compiva spesso dei viaggi in quel paese e io stesso ho avuto l'opportunità di recarmi a quindici anni per la prima volta a Mosca. Diciamo che l'Editoria mi affascinava! Purtroppo non ho potuto lavorare con mio padre per una totale incompatibilità di carattere e ho dovuto poi scegliere altri lavori. Nel settore ho comunque avuto, tra i 20 e i 24 anni, una importante esperienza in Unione Sovietica, presso la casa editrice dell’Agenzia di stampa Novosti. Tornato in Italia, a Milano, ho svolto una serie di consulenze, di lavori, spesso legati alla Russia, dove tornavo di frequente.
A 37 anni mi sono trasferito Roma ed è proprio a Roma che ho pensato di creare una mia casa editrice, nonostante partissi completamente da zero, nonostante l'Editoria sia uno dei business in assoluto meno redditizi e più difficili.
A parte l’attrazione che ho avuto fin da piccolo per i libri, la principale motivazione è stata la possibilità di pubblicare dei testi a me particolarmente cari, che probabilmente non avrebbero mai visto la luce. Comunque la “ spinta “ indispensabile per andare avanti, per non farmi abbandonare tutto dopo pochi mesi, è stata la passione che a distanza di più di venti anni, non è ancora venuta meno.

Come è nata l’idea di una casa editrice? Quali obiettivi si era preposto? Ci sono state difficoltà lungo il suo cammino professionale?
Sicuramente di difficoltà ce ne sono state e veramente parecchie, soprattutto all'inizio, perché ho dovuto affrontare tutta una serie di problemi legati anche ad aspetti logistici e amministrativi, come la registrazione della società, la ricerca di una sede, di collaboratori, di un distributore. Voglio comunque ricordare che, per quanto una casa editrice possa essere piccola, deve compiere tutti i passaggi di una casa editrice medio-grande per cui, per esempio, bisogna decidere quali libri pubblicare, è necessaria la figura di editor, di un correttore di bozze, di impaginatore, di grafico, poi ci sono i rapporti con la tipografia, le spedizioni, la promozione del libro, l'Ufficio Stampa. Ci sono anche altri problemi molto seri come la distribuzione, perché è difficile riuscire a farsi distribuire quando stai cominciando da zero e il tuo catalogo non esiste. Quindi ci sono tanti problemi che si concentrano tutti soprattutto nella fase iniziale dell'attività. In seguito non è che scompaiano, ma si diluiscono nel tempo e si ripresentano ciclicamente, non tutti insieme però come all’inizio.
Il proponimento principale, quando fondai la casa editrice, è stato quello di pubblicare dei libri di qualità, in un ambito specifico e occupare una nicchia. I testi spesso trattano argomenti che in Italia sono poco conosciuti perché trattati in modo accademico, specialistico, oppure con un approccio tendenzioso, unilaterale. Devo dire che sono riuscito in questo: abbiamo una collana, quella a cui sono più legato, la collana “Historos”, diretta dal grande intellettuale Luciano Canfora.
E’ una serie che tratta di storia senza limiti temporali, ma soprattutto con angolazioni e punti di vista inediti. Proprio di essa fanno parte diversi testi dedicati alla storia della Russia e in particolare uno dedicato alla russofobia, fenomeno millenario, fenomeno importantissimo, fenomeno plurisecolare che non aveva mai trovato alcun riscontro, non solo nella editoria italiana ma anche in quella internazionale, europea e mondiale.
Ecco, questo è solo uno dei tanti esempi che potrei fare di libri e di argomenti che erano completamente assenti nel mercato editoriale italiano e che ho avuto la soddisfazione di pubblicare colmando così alcune lacune.
Come si giunge e perché partecipare ad un evento come la manifestazione “Più libri, più liberi” che l’ha visto impegnato a Roma dal 6 al 10 Dicembre? Cosa ha rappresentato per lei l’evento, in generale, e l’edizione 2023 in particolare?
Partecipo alla Fiera “Più libri, più liberi”, che è la Fiera della piccola e media Editoria, da sempre, ciò da quando ho creato la casa editrice. Oltretutto si svolge a Roma, dove ha sede la mia casa editrice ed è un momento fondamentale per fare conoscere l'intero catalogo, visto che gli editori di piccole dimensioni, con libri non ”mainstream”, hanno parecchie difficoltà a essere presenti nei circuiti commerciali tradizionali, nelle librerie generaliste. Ecco, in questo caso è importante essere presenti con tutto il catalogo, anche perché la gente che visita questo tipo di fiera del libro è sicuramente motivata, interessata alla lettura e quindi è un'opportunità non solo e non tanto per vendere singoli testi ma anche per fare conoscere la casa editrice in generale.

L'edizione del 2023 è stata un'edizione sostanzialmente come le altre, un'iniziativa molto importante. Sono molto contento di avere presentato, insieme all’autore ed a una grande personalità della cultura e del teatro come Moni Ovadia, un libro che reputo importante, un libro dedicato a due grandissimi navigatori, Magellano e Pigafetta. Pigafetta l’italiano, Pigafetta il vicentino, Pigafetta, colui che ha concluso cinquecento anni fa il primo periplo del mondo, che Magellano non portò al termine perché che fu ucciso prima di ultimare la navigazione.

Da molti anni volevo pubblicare un libro su questo grande italiano che, a livello mondiale, nonostante sia stato il primo a compiere questo viaggio straordinario, è ingiustamente messo in ombra da Magellano. Il testo presenta moltissime novità ed è frutto di oltre dieci anni di ricerche archivistiche del suo autore, il professor Russo, che ha anche ripercorso lunghi tratti del viaggio che, nell'arco di tre anni, compì il grande Pigafetta.
Proprio 500 anni fa, nel 1524, venne pubblicato il celeberrimo libro del del grande vicentino «Relazione del primo viaggio intorno al mondo», tradotto In seguito in più di 40 lingue.

Ci parla del suo catalogo, delle proposte presentate e del pubblico al quale si rivolgono le sue pubblicazioni?
Il mio catalogo è articolato sostanzialmente in cinque collane. La prima, la più importante e di cui ho già parlato prima, dedicata alla storia, è diretta dal grande professor Luciano Canfora. La seconda è un contenitore di prosa e poesia ed è diretta dal professor Russo. Una terza collana è dedicata a cataloghi e libri d'arte. Una quarta ancora invece, molto di nicchia, è interamente dedicata ai rapporti tra Italia e Russia. Abbiamo pubblicato quattro volumi dedicati alle città di Roma, Firenze, Napoli e Venezia, chiamati appunto “Roma russa”, “Napoli russa”, “Firenze russa” e “Venezia russa” che narrano le interazioni che hanno avuto queste città con intellettuali, uomini d’arme, diplomatici, scrittori, poeti, artisti russi. Un'ultima collana si chiama “Il teatro della storia”.
Il pubblico a cui si rivolge la casa editrice è sicuramente un pubblico molto attento alle culture estere, alle relazioni internazionali. Noi abbiamo infatti pubblicato moltissimi libri in traduzione, oltre a molti testi dedicati alla Russia o ad autori russi e abbiamo una vasta produzione legata ai popoli turcofoni, ai popoli e i paesi turcofoni, ma abbiamo anche già pubblicato diversi testi di autori turchi, azerbaigiani, kazaki e uzbechi e questo è un importante settore in sviluppo. Questi paesi erano poco conosciuti fino a quando, ovviamente ad eccezione della Turchia, facevano parte dell'Unione Sovietica. Ora, grazie alla loro indipendenza, hanno maggiore possibilità, maggiore visibilità e possono finalmente mettere in risalto quelle che sono non solo le attività attuali ma soprattutto il loro grande patrimonio artistico e culturale del passato che in Italia è pochissimo conosciuto.

Dicono di lei che abbia “l’occhio attento“ al lancio di nuovi autori. Al momento, si sta occupando di qualcuno in particolare? In che rapporto è Sandro Teti con gli autori a cui ha fornito l’opportunità di pubblicazione e di visibilità sul mercato editoriale?
Quando parliamo di nuovi autori esteri dobbiamo tenere presente che, spesso, nei loro paesi di provenienza sono molto noti ed hanno già numerose pubblicazioni al loro attivo. E’ il caso, per esempio, del senatore Puškov, di cui ho tradotto, tra le sue molte pubblicazioni, un libro molto importante che spiega in modo semplice, anche per un lettore italiano, come la Russia sia passata dall'ultimo periodo di Gorbačëv, ai devastanti anni Novanta, gli anni del presidente El’cyn e come poi sia riuscita a rialzarsi, a riprendersi, a rinascere negli anni successivi, più di venti, con Putin come presidente.
Per chi conosce il paese sembrano cose semplici, ma per chi ignora la storia della Russia sono  complesse e difficili da comprendere. Quindi si tratta di un libro veramente utile che è stata molto apprezzato, apprezzato anche dall’ambasciatore italiano a Mosca, Giorgio Starace, che lo ha definito ”il migliore testo pubblicato in Italia per comprendere con chiarezza gli avvenimenti succedutisi dalla metà degli anni Ottanta fino al 2022”.
Voglio citare un altro libro molto importante, si tratta delle memorie dello “oligarca” Pëtr Aven, raccolte in un grande volume di settecento pagine. Aven, imprenditore, economista, matematico, già ministro per le Relazioni economiche con l’Estero, è proprietario della più grande collezione privata russa di opere d’arte. Nel suo volume di 700 pagine, l’autore interpella i principali protagonisti degli anni Novanta, soprattutto coloro, oggi odiati in Russia, che hanno avuto un ruolo nelle privatizzazioni selvagge e nella “terapia shock” applicata all’economia. Quindi un testo unico, indispensabile per comprendere quello sciagurato decennio.
Nel corso della traduzione, ho più volte incontrato l'autore, prima a Mosca, poi a Londra.
Per quanto riguarda i rapporti instaurati con gli autori, questi sono stati sempre all’insegna di una grande cordialità in alcuni casi  si sono trasformati in amicizia vera e propria.
La collana “I Russi e l’Italia” è dedicata alla presenza plurisecolare degli italiani in Russia e dei russi in Italia. Si riferisce a coloro i quali, intellettuali e non solo, “…hanno avuto un ruolo nella creazione in Russia dell’immagine dell’Italia”? Qual è oggi invece, secondo lei, l’immagine dell’Italia in Russia?
Basandomi sui miei recenti ed assidui viaggi a Mosca e San Pietroburgo, posso affermare, con grande e piacevole sorpresa, che l’immagine del Bel Paese non è negativa. I russi, dal semplice cittadino, all’intellettuale, al politico, distinguono infatti in modo netto le posizioni di governo e mass media italiani da quelle del popolo italiano.
Nonostante l'Italia sia definita “paese ostile”, in quanto fornitrice di armi all’esercito ucraino, i russi sono consapevoli che la maggior degli italiani sono contrari all’invio di materiale bellico. Sono così tanti i rapporti, gli intrecci di ogni genere tra i nostri due paesi, che prevale sempre e comunque la cordialità sul piano umano. Quindi, anche se la nostra immagine si è offuscata a livello politico, per fortuna, il popolo italiano in questo momento, nonostante tutto, non solo non è odiato in Russia ma nei suoi confronti permane un senso, se non di amicizia, quantomeno di sincera simpatia.
Prima di concludere il nostro incontro, ricordiamo che siamo nel 2024. Quindi a circa venti anni dalla nascita della ”Sandro Teti Editore”. Volgendo uno sguardo al passato e con un occhio al futuro, quali impressioni e riflessioni nascono nell’animo del suo fondatore?
I sacrifici che ho compiuto per creare da zero la mia casa editrice hanno portato alla pubblicazione di alcuni testi che reputo essere molto importanti, che probabilmente non sarebbero stati mai pubblicati. Di questo mio contributo sono molto orgoglioso.
Per quanto riguarda il futuro, non è roseo! Ci sono stati e sono in corso enormi cambiamenti strutturali cominciati con l’introduzione di Internet. Alle nuove modalità di fruizione del libro che, abbandonato il desktop computer, reso marginali i device concepiti appositamente per la lettura ( Kindle, Kobo ecc. ) viene sempre più fruito sugli smartphone e aumenta il peso degli audio libri. Comunque credo e spero che i miei libri possano apportare ancora il loro piccolo contributo alla cultura in Italia e diffondere un'immagine della galassia russofona scevra da pregiudizi.
Grazie!

Lo stesso “Grazie” rivolgo all’Editore Sandro Teti per il cortese riscontro offerto e per le interessanti riflessioni personali riguardo il mondo dell’Editoria , della cultura e dei rapporti che legano e collegano l’Italia con la Russia.


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