Dicono di lei che abbia “l’occhio attento“ al lancio di nuovi autori. Al momento, si sta occupando di qualcuno in particolare? In che rapporto è Sandro Teti con gli autori a cui ha fornito l’opportunità di pubblicazione e di visibilità sul mercato editoriale?
Quando parliamo di nuovi autori esteri dobbiamo tenere presente che, spesso, nei loro paesi di provenienza sono molto noti ed hanno già numerose pubblicazioni al loro attivo. E’ il caso, per esempio, del senatore Puškov, di cui ho tradotto, tra le sue molte pubblicazioni, un libro molto importante che spiega in modo semplice, anche per un lettore italiano, come la Russia sia passata dall'ultimo periodo di Gorbačëv, ai devastanti anni Novanta, gli anni del presidente El’cyn e come poi sia riuscita a rialzarsi, a riprendersi, a rinascere negli anni successivi, più di venti, con Putin come presidente.
Per chi conosce il paese sembrano cose semplici, ma per chi ignora la storia della Russia sono complesse e difficili da comprendere. Quindi si tratta di un libro veramente utile che è stata molto apprezzato, apprezzato anche dall’ambasciatore italiano a Mosca, Giorgio Starace, che lo ha definito ”il migliore testo pubblicato in Italia per comprendere con chiarezza gli avvenimenti succedutisi dalla metà degli anni Ottanta fino al 2022”.
Voglio citare un altro libro molto importante, si tratta delle memorie dello “oligarca” Pëtr Aven, raccolte in un grande volume di settecento pagine. Aven, imprenditore, economista, matematico, già ministro per le Relazioni economiche con l’Estero, è proprietario della più grande collezione privata russa di opere d’arte. Nel suo volume di 700 pagine, l’autore interpella i principali protagonisti degli anni Novanta, soprattutto coloro, oggi odiati in Russia, che hanno avuto un ruolo nelle privatizzazioni selvagge e nella “terapia shock” applicata all’economia. Quindi un testo unico, indispensabile per comprendere quello sciagurato decennio.
Nel corso della traduzione, ho più volte incontrato l'autore, prima a Mosca, poi a Londra.
Per quanto riguarda i rapporti instaurati con gli autori, questi sono stati sempre all’insegna di una grande cordialità in alcuni casi si sono trasformati in amicizia vera e propria.
La collana “I Russi e l’Italia” è dedicata alla presenza plurisecolare degli italiani in Russia e dei russi in Italia. Si riferisce a coloro i quali, intellettuali e non solo, “…hanno avuto un ruolo nella creazione in Russia dell’immagine dell’Italia”? Qual è oggi invece, secondo lei, l’immagine dell’Italia in Russia?
Basandomi sui miei recenti ed assidui viaggi a Mosca e San Pietroburgo, posso affermare, con grande e piacevole sorpresa, che l’immagine del Bel Paese non è negativa. I russi, dal semplice cittadino, all’intellettuale, al politico, distinguono infatti in modo netto le posizioni di governo e mass media italiani da quelle del popolo italiano.
Nonostante l'Italia sia definita “paese ostile”, in quanto fornitrice di armi all’esercito ucraino, i russi sono consapevoli che la maggior degli italiani sono contrari all’invio di materiale bellico. Sono così tanti i rapporti, gli intrecci di ogni genere tra i nostri due paesi, che prevale sempre e comunque la cordialità sul piano umano. Quindi, anche se la nostra immagine si è offuscata a livello politico, per fortuna, il popolo italiano in questo momento, nonostante tutto, non solo non è odiato in Russia ma nei suoi confronti permane un senso, se non di amicizia, quantomeno di sincera simpatia.